I materiali per costruire plantari si sono succeduti nell’arco del tempo passando dall’acciaio inox, al plexidur, al cuoio e sughero sino al legno per infine approdare ai materiali termoformabili (quei materiali che si riescono a modellare semplicemente scaldandoli), i più idonei al momento per la costruzione di un ortesi.
Questi materiali hanno caratteristiche fisiche diverse come la densità (che si misura in Kg\m3) e la durezza (misurabile in Shore\A).
Le diverse aree del piede (ad esempio retropiede e avampiede) in funzione della patologia hanno necessità di materiali con diversa densità e durezza che al bisogno possono essere rimodellati e/o sovrapposti per raggiungere un determinato risultato.
Il plantare “fatto a mano” può essere sempre modificato, aggiungendo o togliendo materiale a seconda delle esigenze del paziente.
Purtroppo, almeno in questi casi il progredire della ricerca non è sempre positivo: negli ultimi anni stanno entrando nella metodica di costruzione i plantari con la stampa 3D che da un punto di vista tecnologico sono un vero gioiello però a livello terapeutico (almeno per adesso) non danno buoni risultati, o almeno non buoni quanto i vecchi metodi di costruzione.
Ortopedia Fiorentina almeno fin quando queste nuove tecnologie non verranno perfezionate, rimane fedele al metodo di costruzione tradizionale .