Lo sportivo che cresce deve essere seguito con la massima attenzione dai genitori e dagli insegnanti
I giovani, oggi praticano sempre di più attività sportive. Bisogna però tenere ben presente che questi atleti, ancora nell’età dello sviluppo, hanno bisogno di cure e attenzioni particolari.
Poiché i loro corpi sono in accrescimento, è spesso necessario dare loro un tipo di addestramento e di sorveglianza medica diversa da quella richiesta dai loro colleghi più grandi. E’ importante esaminare con attenzione le necessità particolari dei giovani, per meglio prepararli alle pressioni della competitività ed ai danni fisici che possono derivare dall’aumento dell’attività sportiva.
Un atleta in crescita non è una versione ridotta di uno sportivo adulto.
Vi sono differenze marcate nella coordinazione dei movimenti, nella forza e nella capacità di resistenza.
L’impatto dei mezzi di comunicazione ha portato i ragazzi più giovani a vedere gli atleti professionisti come eroi da dover emulare a tutti i costi: cercano di essere come loro e si perde di vista la soggettività della persona. Ad esempio: II rapido ritorno alle gare dei professionisti dopo un incidente, dà spesso l’impressione che essi guariscano più in fretta dei comuni mortali, ma in realtà dietro di loro c’è un staff di specialisti che monitorano l’atleta continuamente. Ognuno ha i suoi tempi di recupero in fase adolescenziale, perché vi è una forte componente psicologica anche di cui tener conto.
In genere i ragazzi non vanno incontro ad incidenti molto gravi, in quanto sono più piccoli e più lenti degli atleti adulti; quando si scontrano o cadono, il loro sistema muscolo-scheletrico non sviluppa una forza sufficiente a causare gravi danni. I danni fisici che si registrano negli sport più praticati sono di piccola entità. II 95% circa sono dovuti a traumi di poca importanza: stiramenti, abrasioni, tagli superficiali, che possono essere curati con l’applicazione di ghiaccio, con un bendaggio elastico. ·
Danni più gravi, che coinvolgano l’apparato scheletrico o la colonna vertebrale sono fortunatamente abbastanza rari, ma se si dovessero verificare è assolutamente necessario l’intervento del medico ortopedico, per la corretta diagnosi del danno e la determinazione della giusta terapia da adottare, per l’individuazione del programma di riabilitazione più adatta ad ogni singolo paziente.
La responsabilità principale nello sviluppo dei giovani sportivi ricade sugli insegnanti di educazione motoria, i quali devono fare molta attenzione agli indizi dell’insorgere di problemi fisici.
Questi sintomi tra i quali il principale è il dolore, spesso non si notano immediatamente, poiché il giovane tende a minimizzarlo o a ignorarlo, continuando nello sforzo. Ciò porta ad un impegno troppo prolungato della parte dolorante col risultato di rendere grave un danno che poteva essere di lieve entità.
Insegnanti e genitori devono proteggere i loro piccoli atleti, prima di tutto preparandoli mentalmente ad affrontare lo sforzo, quindi intervenendo tempestivamente con trattamenti e programmi di riabilitazione mirati. Ad essi inoltre è data la responsabilità di creare l’atmosfera psicologica adatta perché il giovane acquisti fiducia in se stesso e capacità di cooperare con gli altri; in altre parole, abbia un’immagine positiva di sé.
I ragazzi devono imparare a vivere la vittoria o la sconfitta in modo da accettare entrambe le cose nella giusta prospettiva. Esaltare l’etica del “vincere ad ogni costo” può portare effetti deleteri, sia a breve sia a lungo termine, sulla mente ancora plasmabile del ragazzo.
Concludiamo affermando che, in un periodo così delicato per i nostri ragazzi, i piedi non sono da trascurare proprio perché in continua crescita in primis, ma anche perché molti sport li mettono sotto costante sforzo.